Il trekking yoga combina le benefiche proprietà fisiche del trekking con la tranquillità e il benessere interiore dello yoga
Il trekking e lo yoga hanno molte cose in comune. Queste due attività contribuiscono a creare connessioni speciali: il trekking con la natura e lo yoga con la parte più intima di noi stessi. Cosa succederebbe se le due discipline si unissero per dar vita a un’unica attività? In realtà è già possibile priticarle insieme e questo è un modo unico per svolgere yoga in movimento mentre si esplora la natura. Le due discipline sono nate e si sono sviluppate in epoche e culture molto diverse, ma entrambe donano benefici importanti e benessere interiore.
Il trekking yoga è un’esperienza che nutre sia il corpo che lo spirito. Marzia Mosca, esperta guida escursionistica naturalistica e insegnante di lungo corso di yoga, in Valle d’Aosta, ha spiegato a Montagna.tv che: “La connessione principale è senza dubbio l’Energia: troppo spesso si pensa allo yoga come una pratica da fare al chiuso, in palestra o in un centro olistico, mentre il suo punto di forza è il contatto con la terra, con la natura che sprigiona un’energia potentissima attivando tutti i nostri sensi. Esattamente come il trekking: camminare in mezzo alla natura infonde maggiore forza, consapevolezza e crea un contatto con gli elementi naturali altrimenti irraggiungibili. La montagna è, senz’altro, il luogo d’eccellenza in cui assimilare una speciale energia“.
Il trekking yoga combina le benefiche proprietà fisiche del trekking con la tranquillità e il benessere interiore dello yoga. Mentre il trekking rafforza il corpo e migliora la resistenza fisica, lo yoga favorisce la flessibilità, l’equilibrio e la calma interiore. Si tratta di una forma di meditazione in movimento, in cui ci si connette con il respiro, con i suoni della natura e con le sensazioni del corpo.
Il trekking yoga può essere praticato da chiunque, scegliendo però il tipo di allenamento che si adatta meglio alle proprie capacità. “Non si fanno mai itinerari troppo complessi perché lo scopo è quello di immergersi nella natura, entrare in contatto con lei e mantenere un equilibro“, spiega la guida. “Ciò che va sempre verificato non è pertanto la lunghezza del percorso quanto il suo dislivello perché a volte la difficoltà sta proprio in questo. Trovato il percorso adatto, si inizia a camminare facendo delle soste più o meno lunghe in punti particolarmente energetici o estremamente panoramici che aiutano la mente a trovare maggiore concentrazione. Si possono fare pratiche di respirazione, un semplice saluto al sole o eseguire degli asana, prevedendo più soste la cui durata può essere breve o lunga a seconda della connessione che i partecipanti riescono a trovare. La cosa fondamentale è camminare con consapevolezza mantenendo il respiro regolare e sempre in collegamento con il movimento“, continua Marzia Mosca.
In questo versione del trekking le escursioni lasciano spazio alle tecniche dello yoga. Durante il percorso si praticano diverse posizioni, dette “asana”, concentrandosi sempre sul respiro detto “pranayama”.
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