Andiamo alla scoperta della Val Nure e delle sue meraviglie. In quest’area del piacentino è possibile intrattenersi con dei trekking davvero unici, immersi in un paesaggio splendido. Eccone alcuni
La suggestiva Val Nure, incastonata tra i rilievi dei Colli Piacentini, deve il suo nome al maestoso torrente che la attraversa, il Nure.
Questo angolo di natura incontaminata è un vero paradiso per gli amanti dei paesaggi boschivi, dove gli alberi di faggio, castagni e abeti creano un ambiente idilliaco, perfetto per la vita di numerose specie animali, tra cui falchi, scoiattoli, poiane e gufi.
Geograficamente situata nella provincia di Piacenza, la Val Nure si snoda tra la Val d’Arda e la Val Trebbia, con confini che entrano in contatto con i Colli di Parma.
La sua conformazione geografica la divide in una parte “bassa”, più pianeggiante, e una “alta”, caratterizzata da montagne che fanno parte dell’Appennino Ligure, alcune delle quali superano i persino i 1.000 metri di altezza.
Per chi vuole visitare la Val Nure, l’offerta è davvero variegata. Dalla bellezza naturale alle testimonianze storiche dei borghi, passando per i castelli medievali.
Molte di queste gemme sono collegate tra loro da sentieri e strade, perfetti anche per essere percorsi in bicicletta, oltre che praticando del trekking.
I borghi che punteggiano la Val Nure non sono solo delle semplici località, ma autentici tesori che, con il loro ambiente accogliente e l’ospitalità dei residenti, trasmettono ancora oggi un senso di vita autentica.
Il Monte Crociglia e il Monte Carevolo sono senza alcun dubbio due delle vette più spettacolari dell’Appennino Piacentino, capaci di offrire dei panorami mozzafiato, che abbracciano l’intera regione circostante.
Parliamo di due rilievi che condividono tra loro alcune caratteristiche sorprendenti.
Quali? Le loro cime, ampie e tondeggianti, sono avvolte da prati verdi, e la loro posizione isolata le rende esposte al vento, ma anche punti di osservazione privilegiati per ammirare il paesaggio circostante.
Qui, gli amanti del trekking possono praticare un’escursione che ha inizio presso la Vecchia Dogana, oggi rifugio “Vincenzo Scoto”, nel Comune di Ferriere, situato nell’Alta Val Nure a 1.367 metri sul livello del mare e a circa 66 chilometri di distanza da Piacenza.
Il percorso, lungo circa 11 chilometri (di cui solo uno su asfalto), è interamente segnato dai caratteristici segnavia bianco-rossi del CAI (015, 001 e 013) e presenta un dislivello complessivo di circa 520 metri.
La vetta del Monte Crociglia, a 1.578 metri sul livello del mare, è il punto più alto del tragitto e può essere raggiunta in circa 2 ore e 45 minuti (soste escluse).
L’itinerario si snoda attraverso pascoli e faggete, senza particolari pericoli, rendendolo adatto anche ai bambini.
È percorribile in qualsiasi stagione, ma è bene tenere presente che le quote più elevate possono essere interessate dalla neve fino alla primavera avanzata (è importante consultare sempre il meteo prima di mettersi in marcia).
Dalla Vecchia Dogana, si segue il sentiero 015, che, dopo aver tagliato alcune curve della strada asfaltata, conduce al passo Crociglia.
Da qui, si prende una larga carrareccia (CAI 001) che, dopo pochi minuti in faggeta, si apre su un prato che circonda il monte Crociglia.
Dopo aver raggiunto una piccola sella, si continua verso destra lungo il sentiero che porta alla cima del monte, evidenziata dalla grande statua dell’Arcangelo Raffaele, dedicata ai caduti sulle montagne.
Da qui si può godere di una splendida vista a 360° sulla Val Nure.
Una volta ridiscesi, si prosegue lungo il sentiero 001 che corre lungo il crinale semi-pianeggiante tra Nure e Aveto e che offre spettacolari panorami sui villaggi e sulle montagne circostanti.
Il ritorno avviene seguendo lo stesso percorso, fino al bivio con il sentiero 013, che conduce attraverso i pascoli del Crociglia fino alla strada asfaltata, che riporta agli inizi del sentiero.
In totale, l’escursione richiede circa 2 ore e 45 minuti e presenta un dislivello di circa 500 metri, offrendo un’esperienza indimenticabile immersi nella natura incontaminata dell’Appennino Piacentino.
Nel suggestivo territorio dell’alta Val Nure la natura si manifesta in tutto il suo splendore attraverso squarci di verde e pittoreschi laghi, donando al paesaggio una bellezza unica e selvaggia.
Per esplorare questo affascinante tratto dell’Appennino piacentino, una volta abitato dai ghiacciai, è possibile seguire due itinerari suddivisi in tappe, che hanno tutte inizio dalla pittoresca cittadina di Ferriere.
I due percorsi escursionistici permetteranno di riscoprire la bellezza di una natura incontaminata, lontana dalle influenze dell’Uomo e arricchita da una varietà di specie floreali, vegetali e animali davvero unica.
Partendo da Ferriere, in soli 3 chilometri sarà possibile raggiungere Canadello, località dove si potrà poi scegliere se percorrere una comoda stradina sterrata (non accessibile ai mezzi motorizzati) o il sentiero più breve numero 021 del CAI, che attraversa alcuni tornanti.
In breve tempo si giungerà alla conca più estesa dell’Appennino piacentino, dove a circa 1.100 metri di altezza si troverà la prima tappa: il suggestivo Lago Moo, di origine glaciale.
Sebbene il bacino sia ormai prosciugato, è ancora avvolto dalla ricca flora palustre e la sua forma ovale è il risultato dei processi geologici generati dai ghiacciai che scendevano dal maestoso Monte Ragola.
Superando l’area del Lago Moo e salendo di circa 100 metri lungo una larga strada carrabile, sarà poi possibile raggiungere il Lago Bino.
A differenza del precedente, questo specchio d’acqua non è prosciugato, bensì si presenta come una pittoresca piscina naturale, formata anch’essa dai depositi lasciati dall’antico ghiacciaio.
Qui si godrà di una magnifica vista sulla valle e di una ricca varietà di fiori come i ranuncoli, gli eleganti tritoni e le delicate ninfee, simboli di un paesaggio ancestrale e incontaminato.
L’itinerario continua poi verso la terza e ultima tappa, il Prato Grande.
Il nome di questo luogo è legato alla sua vasta estensione erbosa, che un tempo ospitava laghi ora scomparsi per interramento.
In questa zona, ricca di funghi, è spesso possibile incontrare mandrie al pascolo e rapaci.
Il secondo itinerario è un affascinante percorso ad anello che parte e termina a Ferriere, toccando le tappe di Selva, Lago Nero e Buche.
Dopo un breve tratto in auto fino a Selva, si dovrà seguire il sentiero numero 007 del CAI, ignorando le indicazioni per Dogana e proseguendo nella faggeta fino a raggiungere la località Fontana Gelata, dove si troverà una fonte d’acqua.
Attraversato il ruscello sulla sinistra, si dovranno quindi seguire le indicazioni per il sentiero numero 011 del CAI, giungendo così al suggestivo Lago Nero.
Immerso tra faggi e abeti bianchi, si tratta di un lago che offre spettacolari vedute sui monti circostanti, trovandosi nella conca glaciale delimitata da una collina morenica.
Per rientrare a Ferriere, si potrà quindi scegliere di ripercorrere l’intero tragitto all’indietro oppure seguire il sentiero numero 001 del CAI, che porta a Le Buche e successivamente il sentiero numero 005.
Il consiglio è quello di optare per la seconda opzione, così da ammirare nuovi paesaggi.
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