La fine dell’inverno e la primavera che si avvicina stanno portando temperature sempre più miti, giornate più lunghe, cieli più sereni e soprattutto tanta voglia di tornare a fare trekking sui percorsi più belli del nostro Paese. L’Italia, infatti, da nord a sud, è considerata uno dei luoghi migliori dove poter mettere lo zaino in spalla e fare lunghissime passeggiate nella natura per scoprire la bellezza di incredibili paesaggi di montagna, mare, collina e di ogni altro genere. In questo contesto uno dei luoghi più belli in cui recarsi è, senza dubbio, la Val d’Orcia. Ecco quali sono i percorsi più belli da non lasciarsi assolutamente sfuggire.
Ecco quali sono i percorsi da trekking da non farsi assolutamente sfuggire in Val d’Orcia
Attraverso la sua molteplicità di percorsi, la Val d’Orcia cela panorami, tradizioni e gusti unici che solo il nostro Paese sa regalare. Il Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d’Orcia favorisce un turismo sostenibile, promuovendo diversi itinerari per esplorare appieno il territorio. Questi percorsi sono concepiti per consentire ai visitatori di apprezzare i dettagli che altrimenti potrebbero sfuggire, permettendo loro di immergersi nei valori culturali, ambientali e storici dell’area. Vediamo quali sono i percorsi migliori da non perdere in questo luogo.
Trekking nella terra di Brunello da Torrenieri a Montalcino
Da Torrenieri si segue la vecchia strada Cassia in direzione di Siena fino allo stadio, dove si gira a sinistra su una strada non asfaltata che conduce al Poggio Gambocci. Lungo il percorso, si può ammirare il suggestivo panorama della campagna toscana, con campi coltivati a cereali e vigneti. Dopo aver superato la “Comunità Incontro”, si scende verso il bivio di Altesi, mantenendo la sinistra e superando il podere Collodi fino ad incrociare la strada provinciale n. 45 del Brunello, nella località Val di Cava. Dopo aver attraversato la strada provinciale, si prende la carrareccia in direzione della località Colombaiolo, fino ad arrivare a un bivio dove si prende la strada sulla sinistra. Superato un fosso grazie a un ponte, il percorso diventa una ripida salita circondata da vigne e freschi boschi che circondano Montalcino. Dopo aver oltrepassato la Chiesa abbandonata della Madonna delle Grazie, si entra nel borgo attraverso l’antica Porta Burelli.
Trekking da Torrenieri a Sant’Anna in Camprena
Dal pittoresco borgo di Torrenieri, si percorre la strada conosciuta come “vecchia Cassia” in direzione della piccola stazione ferroviaria. Dopo circa due chilometri lungo la strada asfaltata, si trova il bivio sulla sinistra per Celamonti. Da qui, si inizia un suggestivo tragitto lungo una carrareccia di crinale che attraversa vari poderi, regalando una vista incantevole sulla campagna circostante. Dopo circa tre chilometri, si arriva all’antico borgo di Cosona, oltrepassando la fattoria di Celamonti lungo il percorso. Proseguendo lungo la strada principale e dopo altri due chilometri, si trova sulla sinistra il bivio per il borgo di Lucignano d’Asso, da superare per continuare verso i poderi Poggio Ragnuzzi e San Giorgio, quest’ultimo distante circa un chilometro dall’incrocio con la strada asfaltata. Dopo aver raggiunto l’asfalto, si gira a sinistra sulla strada provinciale n. 71, costeggiata da boschi, e si procede per circa un chilometro fino a scorgere l’indicazione e la stradina sterrata bordata da cipressi che conduce al suggestivo monastero di Sant’Anna in Camprena.
Trekking sul sentiero del Medioevo da Montalcino a San Quirico d’Orcia
L’inizio del percorso è segnato dalla porta antica di Burelli, che funge da ingresso al borgo di Montalcino. Dopo aver attraversato la porta, si segue la strada verso destra fino ad arrivare all’azienda agricola Canalicchio di Sopra, nota per la sua chiesa dedicata alla Madonna Nera. Si prosegue mantenendo la destra lungo un sentiero fino a raggiungere l’incrocio con la Strada Provinciale del Brunello. Dopo aver attraversato la strada provinciale, si continua lungo la strada asfaltata per un breve tratto, poi si prende a sinistra al podere Casaccia, seguendo una carrareccia che si addentra nella tipica campagna locale, caratterizzata da vigneti e coltivazioni di cereali. Il terreno argilloso suggerisce un’origine pliocenica dell’area, quando questa zona era parte di un mare più o meno profondo. Dopo aver raggiunto nuovamente la strada provinciale che sale da Cassia verso Montalcino, si continua a seguire la strada asfaltata tenendo la destra, fino all’imbocco del sentiero presso il podere Fiesole. Si attraversano campi argillosi, superando i poderi Casello e Pian dell’Asso, per poi oltrepassare la ferrovia e i torrenti Asso e Tuoma. Si prosegue quindi in salita lungo la carrareccia principale in direzione di San Quirico d’Orcia, lasciando Montalcino alle spalle. Dopo circa tre chilometri si raggiunge la Madonna di Riguardo e si continua dritti per un altro chilometro e mezzo fino all’ingresso di San Quirico d’Orcia, dove ci accoglie il bianco portale della Chiesa Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta.
La “Passeggiata del latte di luna” da Pienza a Montichiello
Il percorso ha inizio da Pienza, dove una tappa obbligatoria è la visita a Piazza Pio II, cuore e gioiello della città rinascimentale riconosciuta nel 1996 come patrimonio mondiale dell’UNESCO. Attraversando il corso Il Rossellino si esce da Porta al Ciglio. Dopo aver oltrepassato la strada provinciale, si prende a sinistra una strada sterrata in discesa. Lungo il tragitto si incontrano luoghi dai nomi suggestivi come la zona del latte di luna, così chiamata per la presenza delle biancane, formazioni rocciose caratteristiche dell’erosione dei terreni argillosi pliocenici, dette localmente “mammelloni” per la loro forma che ricorda il seno femminile. La leggenda popolare racconta che durante le notti di luna piena questa zona si trasformasse in un luogo magico, dove l’energia lunare sembrava far sgorgare il latte da queste formazioni rocciose a forma di mammella. Il percorso continua verso la valle del torrente Tresa, con una serie di saliscendi. Guardando indietro, si ammira Pienza, mentre sul colle opposto si staglia Monticchiello, e in lontananza si intravede il profilo del Monte Amiata. La strada panoramica scende fino al fondovalle e, una volta tornata pianeggiante, è costeggiata da cespugli di ginestra, ligustro, cisto, pruno e querce. Presso il podere Casa al Piano si prende la direzione a destra e, superato il torrente Tresa su un ponticello, si affronta una ripida salita che conduce verso il paese per circa due chilometri. Man mano che ci si avvicina, la sagoma di Monticchiello diventa sempre più chiara, fino a raggiungerlo attraverso un tratto finale di strada asfaltata che conduce alle mura. L’ingresso nel borgo avviene attraverso la suggestiva Porta Sant’Agata.