La Campania è una terra stupenda, ricca di attrazioni uniche e città incredibili assolutamente da visitare. Quando si pensa a questa regione il pensiero va, naturalmente, soprattutto a Napoli e alle sue meraviglie storiche, artistiche e culinarie, ma la Campania non è solo questo. Infatti, questo luogo è uno dei migliori in Italia per fare trekking, con percorsi straordinari che permettono di ammirare paesaggi fantastici e una natura unica. Ora che le giornate si stanno allungando e le temperature iniziano a essere più miti, tutto gli amanti del trekking staranno sicuramente iniziando a programmare le prossime gite, e una tappa assolutamente da non farsi perdere è proprio la Campania. Ecco quali sono i percorsi più belli di questa regione.
Paesaggi mozzafiato che si tuffano tra le onde del mare cristallino, panorami naturali ricchi di innumerevoli sfumature e colori, luoghi dal fascino misterioso, foreste imponenti e sentieri incredibili: la Campania presenta tutte queste meraviglie uniche, che la rendono una delle mete più gettonate in Italia per gli amanti del trekking. Questa regione, come detto in precedenza, non è solo Napoli o una meta estiva, ma un autentico paradiso per chi cerca avventura ed emozioni, immergendosi nella sua natura incontaminata. Tuttavia, è essenziale notare che non tutti i sentieri sono adatti ai meno esperti, pertanto è sempre consigliabile informarsi accuratamente prima di intraprendere un percorso specifico. Esploriamo ora alcuni dei migliori trekking da fare in Campania.
Da Amalfi, dopo il percorso della Passeggiata Longfellow, si presenta il Vallone Cieco, da cui parte l’itinerario lungo la strada principale dei Villaggi, un sentiero pedonale che un tempo collegava i piccoli insediamenti situati a ovest dell’antica Repubblica Marinara. La parte iniziale segue la strada lungo la costa e si arriva alla chiesetta della Madonna del Carmine, caratterizzata dal campanile con un unico foro che sovrasta un piccolo passaggio. Proseguendo, si trovano le abitazioni di Pastena, costruite su ampi terrazzamenti noti come “chiazze”, dove si possono vedere chiaramente i muretti a secco in pietra locale che sostengono sia i terreni che le case. Si prosegue verso destra lungo i gradini del Vallone Pomicara, così chiamato per la presenza di pomice, con alte mura di recinzione fino a raggiungere la Chiesa di Santa Maria Assunta, che si affaccia su un paesaggio di straordinaria bellezza, con una fontanella singolare in ceramica. Dopo aver superato le vicine case di Lone, si entra nell’abitato di Vettica Minore lungo Via S. Pietro a Dudaro. Appena fuori dal villaggio, inizia una serie di gradini che, attraverso ambienti selvaggi, aspri e severi, salgono lungo il pendio ripido. Alla madonnina, si abbandona la Via Maestra e si continua lungo Via S. Caterina, un antico collegamento che porta alla borgata di San Lazzaro, ad Agerola.
Il Sentiero degli Dei è uno dei percorsi escursionistici più suggestivi del Mar Mediterraneo. È un itinerario che regala panorami mozzafiato sulla splendida Costiera Amalfitana, una delle coste più affascinanti e rinomate al mondo. Il Cammino degli Dei è rinomato come uno dei tracciati costieri più affascinanti del Mediterraneo, partendo da Agerola e terminando a Nocelle. Attraversa un paesaggio costiero dove la catena montuosa dei monti Lattari si affaccia e si tuffa nel blu del mare, puntando verso l’isola di Capri. Collega Agerola a Nocelle, una frazione di Positano situata sul Monte Pertuso, percorrendo una distanza di 7,8 km che richiede circa 4 ore di cammino. Per secoli è stato l’unica via di comunicazione tra i villaggi della Costiera Amalfitana, nella provincia di Salerno. Questo straordinario itinerario racconta millenni di storia e ancora oggi è vivo nell’immaginario collettivo, tra miti e leggende, della gente del luogo. Pinnacoli, guglie di roccia calcarea e profonde gole si fondono in un verde vertiginoso, catturando subito l’attenzione degli escursionisti. Su entrambi i lati del sentiero, i terreni terrazzati (coltivati a viti, agrumi, fichi e meli) si distribuiscono su più livelli, con muretti di contenimento in pietra calcarea a secco, abilmente mescolati a malta e calce. Lungo questo percorso, che fin dai tempi antichi ha svolto un ruolo vitale di collegamento, si svolgevano i traffici commerciali tra i villaggi costieri (come Positano, colonia ellenica) e gli insediamenti dell’entroterra (come l’altopiano di Agerola).
Con l’arrivo della primavera, Capri si riempie dei profumi caratteristici di questa splendida stagione: esploriamo Anacapri, che in base all’etimologia greca significa Capri di sopra, lungo il suggestivo sentiero del Passetiello, un percorso costiero che offre panorami mozzafiato nell’area più selvaggia dell’isola. Anacapri rappresenta la porzione più elevata di Capri, come suggerisce il suo nome di origine greca. In passato, era collegata al mare e al porto tramite una lunga scalinata composta da ben 921 gradini, ancora oggi percorribile e conosciuta come la Scala Fenicia. Quest’area è rinomata per la sua tranquillità e il suo ambiente selvaggio, lontano dalle luci glamour, arricchita da piccole botteghe artigiane, piazze colorate e stretti vicoli lastricati su cui passeggiare. Durante le splendide giornate primaverili, diventa un vero e proprio paradiso dove è possibile seguire diversi percorsi escursionistici, tra cui il panoramico Sentiero del Passetiello con vista sul mare e sul Monte Solaro.
Procida costituisce una piccola isola caratterizzata da una forma irregolare, arricchita da promontori, insenature, cale, baie, spiagge e scogliere maestose. È un vero paradiso per gli escursionisti in cerca di luoghi tranquilli lontani dal caos urbano. Secondo una leggenda antica, l’isola, parte dei Campi Flegrei, emerse dopo una titanica battaglia tra titani, da sette crateri vulcanici. Come i giardini dell’Alhambra in Andalusia, Procida si presenta come un paesaggio incantevole caratterizzato da vigneti, aranceti e limoneti. Chi visita Procida per la prima volta non può fare a meno di notare di trovarsi su un piccolo lembo di terra dalla forma peculiare, non superiore ai cento metri d’altezza, con una natura fortemente vulcanica. La Marina Grande, il porto principale dell’isola, accoglie il viaggiatore come una tavolozza dipinta da un artista. Qui, le case si integrano perfettamente con antiche grotte che un tempo punteggiavano la scogliera (da cui il nome “Sotto alle Grotte”). Le abitazioni dai colori pastello tipici si snodano lungo il versante settentrionale, alternandosi tra ripide scale e archi che collegano gli edifici e fungono da sostegno alla struttura scalare. Il destino di Procida è strettamente legato al mare: nel corso dei secoli, l’isola ha ospitato una flotta variegata di tartane, feluche e brigantini, uno dei quali, nel 1858, addirittura doppiò il Capo di Buona Speranza.
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