Siete amanti del trekking e volete fare un giro in Basilicata? Ecco i migliori percorsi da fare per vivere incredibili esperienze
Panorami incredibili e dal fascino unico, natura incontaminata dai mille colori, laghi incredibili, foreste infinite e pareti mozzafiato: la Basilicata è tutto questo e molto di più, motivo per il quale risulta essere una delle tante mete italiane frequentate dagli escursionisti del nostro Paese e non solo. La Basilicata, infatti, è un vero e proprio paradiso per tutti coloro che sono alla ricerca continua di avventura e adrenalina, stando a stretto contatto con la natura selvaggia. È assolutamente importante notare che non tutti i percorsi sono adatti a persone meno esperte, motivo per cui è sempre bene informarsi prima di intraprendere un determinato percorso. Ma vediamo quali sono i migliori trekking da fare in Basilicata.
L’antica bellezza dei pini loricati, che resistono fieri ai venti impetuosi sulla vetta del Pollino, la tranquillità dei sentieri ombreggiati dell’Appennino lucano, lo spettacolo dei laghi di Monticchio, formatisi in antichi crateri: la Basilicata è una terra da esplorare con calma, magari attraversandola a piedi con una bottiglia d’acqua nello zaino e una fotocamera al collo. Ecco quali sono i percorsi da non perdersi per nessuna ragione.
Tra tutti i percorsi escursionistici che vedremo, questo è probabilmente il più impegnativo: si estende per circa sedici chilometri in totale, con un’altitudine che varia dai 1573 ai 2248 metri, richiedendo circa sette ore e mezza, inclusi i tempi di sosta. Considerando queste caratteristiche, non è adatto ai principianti. L’itinerario escursionistico inizia dal colle dell’Impiso, una base di partenza comune per molte rotte nel cuore del Pollino, situata a quota 1573 metri. Da qui, si procede lungo il Sentiero dei Carbonai fino a raggiungere il colle Gaudolino (a 1684 metri sul livello del mare), dove è possibile fare una breve sosta e rifornirsi d’acqua alla fontana di fronte a un modesto rifugio non custodito. Dopo la sosta, il sentiero si addentra in un fitto bosco di faggi lungo il Sentiero dei Pastori, per poi costeggiare un tratto roccioso dove si possono ammirare alcuni esemplari di pino loricato, albero simbolo del Parco nazionale del Pollino. Prima di raggiungere la vetta del Pollino, si fa tappa nella zona del Pollinello, dove si trova “Il Patriarca”, il più antico pino loricato del massiccio montuoso. Dopo aver reso omaggio al “signore del parco”, si affronta l’ultima parte dell’ascensione per giungere infine sulla cima del monte Pollino, a 2248 metri di altitudine. In anni particolarmente nevosi, è possibile ammirare anche in estate un piccolo nevaio. Per il ritorno, si scende verso il canale di Malevento, un valico tra il monte Pollino e la Serra Dolcedorme, la vetta più alta del Massiccio del Pollino (2267 metri). Da qui, si attraversano le praterie del Piano Toscano, da cui parte lo sterrato che riporta gli escursionisti al punto di partenza, il colle dell’Impiso.
Anche questo itinerario richiede una buona preparazione fisica, ma non presenta passaggi particolarmente difficili, quindi è adatto a coloro che si sono allenati adeguatamente. La lunghezza complessiva è di circa dodici chilometri. Il punto di partenza è il Santuario della Madonna del Pollino (1537 metri), situato a Mezzana, una frazione del comune di San Severino Lucano, nella provincia di Potenza. Da qui si prosegue verso Fosso Iannace, la valle in cui scorre il torrente omonimo. Questa parte del percorso offre uno scenario suggestivo: da un lato, le pareti rocciose scoscese attraversate dal torrente, dall’altro, il fitto bosco di faggi secolari che filtra a stento la luce del sole. Arrivati alla fine di questa tappa, si raggiunge Piano Iannace (1640 metri), una radura dove è consigliabile fare una breve pausa per riposarsi. Dopo questa sosta, si prosegue in salita fino alla “Grande porta del Pollino”, a 1958 metri di altitudine, situata tra la Serra delle Ciavole (2177 metri) e la Serra di Crispo (2053 metri), dove crescono gli alberi più maestosi del parco. Questo luogo è conosciuto come “Il Giardino degli Dei” per la bellezza straordinaria degli alberi che lo popolano. L’escursionista si trova di fronte a uno scenario spettacolare: centinaia di pini loricati spettacolari si arrampicano sulle rocce, offrendo una vista che spazia dalle vette del Pollino al Mar Ionio, dalle praterie d’alta quota a tutta la Basilicata. Una volta raggiunti i pini loricati, è consigliabile prendersi del tempo per ammirare il panorama prima di iniziare il ritorno lungo lo stesso percorso.
Con questo itinerario lasciamo il Massiccio del Pollino per dirigerci verso le montagne a nord della Basilicata, nelle vicinanze di Potenza, la capitale regionale. Si tratta di un percorso senza difficoltà tecniche e non troppo impegnativo se non per la lunghezza. Partiamo da Piana del Lago, un pianoro situato alle pendici meridionali del Monte Lama, che si erge a 1566 metri nel cuore dell’Appennino lucano. Da qui, percorriamo circa 6 chilometri lungo la cresta della montagna che collega il Monte Lama al Monte Calvelluzzo (1699 metri). Durante il tragitto, si gode di un panorama maestoso e spettacolare: da un lato si possono ammirare le rinomate Dolomiti lucane, mentre dall’altro si estendono le affascinanti montagne del Parco del Cilento. È possibile incontrare lungo il cammino volpi o lepri, e durante l’inverno è anche possibile avvistare lupi lungo il sentiero. Una volta raggiunta la vetta del Monte Calvelluzzo, si ritorna indietro seguendo lo stesso percorso dell’andata.
Questa volta ci spostiamo sul versante occidentale della Basilicata, a breve distanza dalla costa tirrenica: il nostro percorso inizia dal piazzale di fronte alla cappella della Madonna del Brusco (1066 metri), situata nel comune di Lagonegro, vicino a Maratea. Dal punto di partenza, ci addentriamo per circa un chilometro lungo un tratturo che si addentra in un fitto bosco di faggi. Dopo una salita di circa due chilometri e mezzo, raggiungiamo un sentiero lastricato che ci conduce alla cappella di Maria Santissima della Neve, la nostra meta, a 1908 metri di altitudine. Nonostante non sia particolarmente difficile, il percorso è impegnativo in quanto completamente in salita e richiede quasi otto ore e mezza per l’intero tragitto. Tuttavia, una volta raggiunta la cima, lo spettacolo panoramico che si apre davanti all’escursionista ripaga di ogni sforzo. Dalla cappella, conosciuta anche come “Madonna del Sirino”, si gode di una vista a 360 gradi sulla Basilicata: da un lato si ammirano le maestose vette montuose, come il monte Papa (2005 metri), mentre dall’altro si apre l’incantevole panorama del mare che si riflette nel Golfo di Policastro.
E per concludere, esploriamo un percorso accessibile a tutti. Questo itinerario ci porta nell’area settentrionale della Basilicata, nella regione del monte Vulture, dove prosperano le viti che producono l’apprezzato Aglianico del Vulture. Si tratta di un percorso facile di dieci chilometri, percorribile in circa cinque ore, che ha inizio dalla suggestiva Abbazia di San Michele Arcangelo, che si affaccia sui laghi di Monticchio e ospita oggi il Museo di Storia Naturale del Vulture. Situata a circa 730 metri di altitudine, l’Abbazia offre l’accesso a un sentiero che attraversa boschi di faggi e castagni e conduce a un rifugio gestito dal CAI di Melfi, nelle vicinanze della cima del monte Vulture, che si erge a 1.326 metri. Questo percorso è consigliato per la sua accessibilità e offre agli escursionisti una vista spettacolare sui laghi di Monticchio, due specchi d’acqua formatisi nei crateri di un antico vulcano.
Le castagne erano spesso chiamate "pane dei poveri" grazie alla loro abbondanza e al loro…
Ecco una guida dettagliata per aiutarti a scegliere la mountain bike giusta per le tue…
Gli appassionati di montagna che raggiungono la Hündeleskopfhütte vengono accolti da un'esperienza culinaria che abbina…
Alcuni fattori possono trasformare un'escursione piacevole in un'emergenza, come spesso accade agli escursionisti non preparati…
In risposta all'aumento degli appassionati di cammini, il Club Alpino Italiano (CAI) ha deciso di…
Il motivo della crescita dell'Everest è un fenomeno chiamato rimbalzo isostatico che si manifesta quando…