Siete indecisi sul visitare o meno il Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago? Ecco per quali motivi dovreste farlo assolutamente8
Nel cuore dell’entroterra aronese sorge il Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago, che si estende su una superficie di 473 ettari e abbraccia porzioni dei comuni di Arona (Mercurago), Comignago, Dormelletto e Oleggio Castello. Escludendo le limitate aree urbanizzate, il paesaggio del Parco è prevalentemente caratterizzato da prati e pascoli dedicati all’allevamento dei cavalli da corsa, con il Lagone che emerge come il suo vero nucleo geografico e naturalistico. Il Parco vanta un ricco patrimonio archeologico risalente al periodo golasecchiano, romano e preistorico, con il sito palafitticolo preistorico, ricco di reperti di inestimabile valore, che nel 2012 è stato inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Ma vediamo tutte le attrazioni e cosa fare in questo parco unico.
Il Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago sorge a breve distanza dal nucleo urbano di Arona, situato su una delle verdeggianti colline che circondano il Lago Maggiore. Quest’incantevole area protetta, istituita nel 1980, si estende su una superficie di 473 ettari e include le torbiere di Mercurago, vasti pascoli dedicati all’allevamento di cavalli di razza pura e numerosi boschi. Questa zona ha una lunga storia di insediamenti umani, risalenti all’Età del Bronzo e all’epoca romana, come attestano numerosi reperti archeologici rinvenuti nelle torbiere. Tra di essi si annoverano resti di palafitte e dimore romane, tre ruote in legno, due piroghe scavate da tronchi d’albero, manufatti in ceramica, armi, ornamenti metallici e utensili in selce. Questi reperti sono attualmente custoditi presso il Museo delle Antichità di Torino.
All’interno del Parco, è stato sviluppato un intricato sistema di sentieri tematici, ognuno contrassegnato da un colore distintivo, che si snodano attraverso l’intera area, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi completamente nella natura e di osservare da vicino le varie specie vegetali e animali presenti. Tra queste, numerosi uccelli migratori hanno trovato il loro habitat ideale, insieme a una particolare varietà di fungo, il Crepidotus roseornatus, che cresce esclusivamente in queste terre umide.
In tutte le diverse stagioni dell’anno, questa suggestiva riserva naturale regala paesaggi incantevoli: durante la primavera e l’estate, è possibile ammirare la massima vitalità delle piante e dei boschi; in autunno, ci si lascia rapire dalla bellezza dei colori delle foglie e del sottobosco; mentre in inverno, ci si trova immersi in un mondo fiabesco fatto di ghiaccio e neve. Ma quali sono le attrazioni e le possibilità di svago e divertimento in questa zona?
Qui c’è l’opportunità, innanzitutto, per gli amanti dello sport, di praticare equitazione, corsa, ciclismo o pattinaggio. Una fitta rete di sentieri permette di personalizzare l’itinerario in base alle preferenze di ognuno e al livello di difficoltà desiderato.
Le aree umide rappresentano il nucleo essenziale del Parco sia dal punto di vista naturalistico che geografico. Comprese principalmente da paludi e laghetti, queste formazioni hanno origine dall’impronta geomorfologica lasciata dallo scioglimento del ghiacciaio avvenuto circa 10 mila anni fa. Vi consigliamo di affidarvi all’esperienza delle guide del Parco: saranno in grado di guidarvi nella scoperta di rare varietà di piante acquatiche e palustri, di una ricca popolazione di anfibi e di una variegata fauna acquatica.
Il bosco occupa tre quarti della superficie del Parco, offrendo l’opportunità di avvistare diverse specie della fauna selvatica locale, tra cui scoiattoli, piccoli roditori, insettivori, lepri, uccelli, anfibi, rettili, invertebrati e volpi.
Durante il percorso avrete l’opportunità di esplorare due necropoli: una situata al Motto Lagone, risalente all’epoca golasecchiana (VI-V secolo a.C.), caratterizzata da 10 tombe a cassa composte da massicce lastre di pietra; l’altra ubicata al Motto Caneva, risalente all’epoca romana (II-V secolo d.C.), con altre 10 tombe a cassa costruite utilizzando materiali e tecniche differenti.
Il Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago rappresenta una gemma imperdibile per gli amanti delle attività all’aria aperta e del cicloturismo. Oltre alla variegata bellezza della natura da esplorare, offre una rete di sentieri che si snodano in un territorio suggestivo e poco frequentato. All’interno del parco, sono stati tracciati percorsi tematici che permettono ai visitatori, sia a piedi che in bicicletta, di comprendere come l’uomo abbia interagito con il bosco per trarne risorse.
La riserva naturale orientata dei canneti di Bosco Solivo, invece, rappresenta un’oasi umida tra le più ben conservate d’Italia. Il principale tra gli stagni che la compongono, situato a nord di Cascina Bassone, ospita una preziosa e rara flora palustre, conservando nei depositi morenici risalenti al periodo wurmiano la storia geologica dell’intero Verbano.
L’itinerario prenderà avvio dal centro visite di Lagone e si dirigerà verso una salita di circa 300 metri fino al punto di partenza del sentiero “Strà Canavera”, a Oleggio Castello. Lungo la strada Canavera, fiancheggiata da querce, betulle, castagni e pini silvestri, si costeggia la dorsale morenica che include il rilievo noto come “Motto Lagone”, dove si trova anche una necropoli del V secolo di notevole interesse. Successivamente, ci si dirigerà lungo la strada “Stra’ di Sell” per raggiungere, in meno di 3 chilometri, il cuore “verde” del parco, fino al lagone, unico luogo al mondo dove è stata rinvenuta una particolare specie di funghi: il Crepidotus roseoornatus. Qui è possibile trovare zone archeologiche di estremo interesse, il tutto illustrato da un pannello esplicativo che descrive le principali caratteristiche dell’area.
Successivamente, riprenderete la bicicletta per percorrere la “Strà d’la Buscarola”. Lungo il tragitto, costeggerete il prato della “Tubera”, dove, se avrete fortuna, potrete avvistare splendidi cavalli purosangue al pascolo. Da qui, affronterete una salita che vi condurrà fino al crocevia con la “Stra’ nova dal Pinn”, un tratto piuttosto impegnativo che molti affrontano con fatica. Girando a sinistra al primo incrocio e poi a destra, scenderete verso le rinomate scuderie del Montaccio. Avrete coperto circa 5 chilometri a questo punto. Successivamente, entrerete nel parco per un breve tratto prima di imboccare una salita lungo la “Strà dal Muntasc”. Superato l’incrocio con la via privata “Camotto”, procederete verso due piccole elevazioni. Dopo aver superato l’incrocio con la “Stra’ di Lagon”, scenderete di nuovo verso Lagone per ricongiungervi con la strada di ritorno.
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