La Regione ha deciso di esonerare gli enti comunali e i parchi regionali da ogni responsabilità in caso di incidenti, trasferendola ai singoli individui
In Lombardia è stata recentemente introdotta una nuova legge che mira a responsabilizzare gli escursionisti in caso di incidenti nelle aree montane, in particolare all’interno della rete escursionistica regionale. La normativa introduce il principio di autoresponsabilità, che esonera gli enti comunali e i parchi regionali da ogni responsabilità in caso di incidenti, trasferendola ai singoli individui. Questo cambiamento legislativo è stato pensato per promuovere una fruizione più consapevole e informata dei percorsi montani, garantendo al contempo una maggiore sicurezza e la tutela dell’incolumità di chi frequenta queste aree naturali.
Il contesto della nuova legge
Prima dell’introduzione di questa legge, la responsabilità per gli incidenti in montagna poteva ricadere anche sui singoli enti territoriali, soprattutto in caso di sentieri maltenuti o di smottamenti. Questo quadro normativo incerto ha portato alla necessità di una revisione delle responsabilità, per proteggere sia gli enti che i frequentatori delle montagne.
La nuova legge sottolinea non solo la diligenza del singolo escursionista nell’intraprendere un percorso specifico, ma anche l’importanza di avere un’attrezzatura adeguata per la tipologia di percorso scelto. Questa disposizione è stata formalmente inserita nel comma 6 dell’articolo 4 della legge regionale 27 febbraio 2017, n. 5, riguardante la rete escursionistica della Lombardia e la valorizzazione delle strade e dei sentieri di montagna di interesse storico.
ll testo della legge
Il testo aggiornato del comma 6 recita: “Chiunque intraprende un percorso della Rete escursionista lombarda lo fa sotto la propria responsabilità, consapevole dei rischi connessi alla frequentazione della rete escursionistica usando la necessaria diligenza, rispettando la segnaletica, ovvero i divieti emanati dalla Protezione Civile o da altre Autorità competenti, non danneggiando le strutture di pertinenza e l’ambiente circostante. L’escursionista deve valutare con la necessaria diligenza gli eventi atmosferici ed essere dotato di adeguata attrezzatura assumendosi la responsabilità dei rischi e dei danni che possano derivargli dalla sua negligenza, imprudenza e imperizia”.
La reazione del CNSAS lombardo
Luca Vitali, presidente del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) della Lombardia, ha commentato: «L’assunzione del rischio è un tema davvero importante, che negli ultimi anni si è un po’ perso di vista. Oggi sembra che tutto sia dovuto e, in qualche misura, tutto ciò che accade sia sempre da imputare a qualcun altro. Chi programma un’attività o un itinerario ha il dovere di essere consapevole – per sé e anche per le persone che fanno parte del gruppo, soprattutto se si tratta di minorenni – di una serie di elementi, tra cui le caratteristiche morfologiche del territorio, le variabili ambientali e climatiche, le proprie competenze tecniche, la preparazione fisica e mentale, attrezzatura e abbigliamento appropriati, le difficoltà e la portata dei possibili rischi».
Il Commento di Giacomo Zamperini
Il consigliere lecchese di Fratelli d’Italia, Giacomo Zamperini, ha aggiunto: «Ci guida il buonsenso, ma siamo forti anche del confronto e delle istanze che abbiamo raccolto grazie alla collaborazione con ERSAF, CAI, Guide Alpine e Soccorso Alpino. Non possono essere imputati ad altri i rischi e i danni che derivano dalla negligenza, imprudenza e imperizia di chi frequenta la montagna senza le dovute attenzioni. Chiunque intraprende un percorso della rete escursionista lombarda lo fa sotto la propria responsabilità. Se per esempio vai in montagna con gli infradito e ti fai male non puoi pensare che la colpa sia di altri».
Zamperini ha sottolineato l’importanza del lavoro dei volontari e delle guide alpine che si occupano della manutenzione dei sentieri, ringraziandoli per il loro impegno costante. Ha inoltre evidenziato come il principio di autoresponsabilità introdotto dalla nuova legge rappresenti un traguardo importante per la promozione di una nuova cultura della sicurezza in montagna, basata su un comportamento consapevole e responsabile.
Il supporto del CAI Lombardia
Anche il Club Alpino Italiano (CAI) della Lombardia ha espresso il proprio sostegno alla nuova legge. Emilio Aldeghi, presidente del CAI Lombardia, ha dichiarato: «Una revisione che è frutto del confronto e della collaborazione con Regione. Non esiste il rischio zero in montagna, ma per evitare di incorrere in sventure serve (oltre alla preparazione e l’idonea attrezzatura) anche la testa. Chi va in montagna deve essere consapevole dei rischi che può incorrere e allo stesso tempo i volontari che si occupano della manutenzione della rete sentieristica non possono essere responsabili di chi si incammina lungo i sentieri con troppa leggerezza».