L'Everest non la smette di crescere: la montagna più alta della Terra verso l'infinito e oltre
Il motivo della crescita dell’Everest è un fenomeno chiamato rimbalzo isostatico che si manifesta quando la crosta terrestre, alleggerita dal peso di ghiacciai o, in questo caso, da materiale roccioso eroso, si solleva
Il Monte Everest, noto come Chomolungma in tibetano e Sagarmāthā in nepalese, non è solo la montagna più alta del mondo, ma un gigante in continua crescita. Con i suoi imponenti 8849 metri, l’Everest svetta nel cuore dell’Himalaya, superando di circa 250 metri il K2, la seconda vetta più alta del pianeta. Questo colosso naturale non è solo una meraviglia per gli appassionati di montagna e un sogno per gli scalatori di tutto il mondo, ma anche un interessante soggetto di studio per i geologi.
L’Everest è un esempio singolare di come la crosta terrestre sia in perenne movimento. Un fenomeno chiamato rimbalzo isostatico o post-glaciale gioca un ruolo cruciale nella crescita della montagna. Questo processo si manifesta quando la crosta terrestre, alleggerita dal peso di ghiacciai o, in questo caso, da materiale roccioso eroso, si solleva. Normalmente associato al ritiro dei ghiacciai, il rimbalzo isostatico può anche verificarsi a seguito di una significativa erosione fluviale. È proprio ciò che sta accadendo all’Everest a causa dell’erosione provocata dal fiume Arun, il quale si è unito al sistema fluviale del Kosi circa 89.000 anni fa.
L’Arun, ora parte del vasto sistema fluviale del Kosi, ha intensificato la sua capacità erosiva, scavando miliardi di tonnellate di sedimenti. Questo processo ha permesso alla crosta sottostante l’Everest di sollevarsi, aumentando l’altezza della montagna di circa 15-50 metri nel corso di millenni. Lo studio “Recent uplift of Chomolungma enhanced by river drainage piracy”, pubblicato su Nature Geoscience, ha fornito una spiegazione dettagliata di come questo straordinario fenomeno abbia luogo.
L’interazione tra l’erosione fluviale e la pressione verso l’alto del mantello terrestre è una danza complessa che spinge verso l’alto non solo l’Everest, ma anche le montagne vicine come il Lhotse e il Makalu. Queste vette, rispettivamente la quarta e la quinta più alte del mondo, stanno crescendo in modo simile all’Everest, con il Makalu che registra un tasso di innalzamento leggermente superiore grazie alla sua vicinanza al fiume Arun.
Il Dr. Matthew Fox dell’UCL Earth Sciences spiega che il rimbalzo isostatico sta sollevando queste montagne più velocemente di quanto l’erosione le consumi. Utilizzando strumenti GPS, i ricercatori sono in grado di misurare un innalzamento di circa due millimetri all’anno, un cambiamento apparentemente insignificante ma che, accumulato nel tempo, risulta significativo.
Questa crescita continua dell’Everest non è solo un fenomeno di interesse scientifico, ma ha anche implicazioni pratiche. Gli scalatori, ad esempio, si troveranno di fronte a una sfida leggermente più impegnativa, dovendo affrontare un dislivello maggiore per raggiungere la vetta. Sebbene 20 metri possano sembrare trascurabili su una montagna di quasi 9000 metri, per chi si trova a combattere contro l’altitudine e le condizioni estreme, ogni metro conta.
La crescita dell’Everest ci ricorda la dinamica incessante della Terra e la nostra costante connessione con i processi geologici. Mentre gli esseri umani lasciano il loro segno sul pianeta, la natura continua il suo corso, modellando il paesaggio in modi che spesso sfuggono alla nostra comprensione immediata. L’Everest, con la sua maestosa presenza, rimane un simbolo di questa eterna trasformazione, una sentinella silenziosa che ci invita a riflettere sulla potenza e sulla bellezza del nostro mondo.
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