Clima rigido e mutevole, immense pareti di ghiaccio e salite ripide rendono le cime che stiamo per elencare le più difficili da raggiungere. Vediamo quali sono
La primavera sta per arrivare, e con essa, il ritorno alle attività all’aperto. Tra gli sport outdoor più popolari al momento, c’è senz’altro l’arrampicata. Questa disciplina è tra le più avvincenti e pericolose, poiché la natura regala paesaggi spettacolari e, al contempo, impegnativi. Ma vi siete mai chiesti quali sono le vie d’arrampicata più difficili al mondo? Ecco la lista completa.
Dal Pakistan all’Argentina, ecco quali sono le vie d’arrampicata più difficili al mondo.
La Dura Dura, Oliana, Spagna. Nella vasta parete di arenaria di Oliana, una meta amata da climbers di tutto il mondo per le straordinarie vie di arrampicata di livello eccezionale, si trova “La Dura Dura” (9b+), considerata la via più difficile al mondo. Adam Ondra la liberò nel 2013, completando due anni di lavoro insieme a Sharma.
Cerro Torre, Argentina. Questa maestosa parete di granito in Patagonia è annoverata tra le più spettacolari e impegnative al mondo. Indipendentemente dal percorso scelto, affrontare almeno 900 metri di parete è necessario per raggiungere la cima costantemente avvolta da un mutevole “fungo” di ghiaccio. Ulteriori sfide emergono dal clima impervio della Patagonia, che rende difficile trovare finestre meteorologiche ampie a sufficienza per evitare temporali durante la discesa. Un episodio celebre che coinvolse il Cerro Torre fu la scalata di Cesare Maestri e Toni Egger nel 1959: dopo una settimana, Maestri fu ritrovato in stato confusionale, sostenendo di aver raggiunto la vetta il 31 gennaio con Egger, il quale era caduto durante la discesa portando via la macchina fotografica e le prove del successo. Questo caso generò numerose polemiche. Escludendo tale vicenda, la prima ascensione indiscussa del Cerro Torre avvenne il 13 gennaio 1974 per mano dei Ragni di Lecco, con Daniele Chiappa, Mario Conti, Casimiro Ferrari e Pino Negri che conquistarono la vetta.
Ceüse, Francia. Sospesa quasi integralmente sulle superfici di arenaria del Ceüse, la parete, lunga ben 3 km, è composta da calcare compatto e presenta grandiose placche strapiombanti. L’arrampicata varia a seconda della zona in cui ci si trova, e qui si trovano alcune delle vie più famose al mondo, tra cui la Realization (9a+), liberata nel 2001 da Sharma.
Naranjo de Bulnes, Spagna. Naranjo de Bulnes è una parete di roccia calcarea lunga circa 500 metri, situata a nord-ovest della Spagna. Nel 2009, Eneko e Iker Pou liberarono la via di 13 tiri sull’Orbayu, rendendo la parete una delle scalate a più tiri più difficili al mondo.
Le Petit Dru, Francia. Nelle vicinanze del massiccio del Monte Bianco, nella zona dell’Aiguille Verte, si erge l’Aiguille du Dru, una montagna con una storia epica nell’alpinismo mondiale. Il Dru, apparentemente una gigantesca piramide di granito, è in realtà composto da due vette: il Grand Dru (3754 m) e il Petit Dru (3733 m), quest’ultimo di rilevanza alpinistica. Nel 1955, Walter Bonatti compì un’ascesa leggendaria scalando in prima e solitaria il pilastro sudovest del Petit Dru, noto oggi come Pilastro Bonatti, in sei giorni di intensa arrampicata e cinque bivacchi in parete. Questo straordinario exploit, che purtroppo è stato seguito dal crollo del Pilastro Bonatti 10 anni fa, rimane uno dei momenti più significativi nella storia dell’alpinismo. La montagna è nota per le sfide ambientali come frane, valanghe, crolli, vento, tempo instabile e le difficoltà di ghiaccio misto a roccia.
Ultevanna, Queen Maud Land, Antartide. Ulvetanna, situata a circa 3 km a nord del picco Kinntanna nella parte orientale della Regina Maud Land, in Antartide, è una delle sfide più impegnative del continente. La sua cresta nord-est, estesa per circa un miglio, è stata identificata come una delle “ultime grandi salite”. Questa maestosa montagna emerge in mezzo a un deserto bianco infinito, offrendo uno spettacolo mozzafiato. La scalata è resa estremamente difficile dalle basse temperature, che richiedono l’uso di attrezzature speciali, e dalle pareti tecniche con sezioni di livello 8. Non va sottovalutato nemmeno il viaggio per raggiungere la zona, con la necessità di trasportare l’attrezzatura attraverso un ambiente impegnativo e una finestra climatica molto limitata. Nel 1994, la prima scalata di Ulvetanna avvenne lungo la cresta nord-ovest, grazie a Robert Caspersen, Sjur Nesheim e Ivar Tollefsen.
Torri Trango, Pakistan. Il maestoso gruppo di pilastri granitici, che si innalza nella regione del Baltistan in Pakistan, fa parte del Baltoro Muztagh, un sottogruppo della catena montuosa del Karakorum, situato a circa venti chilometri a ovest del K2. Le Torri Trango ospitano alcune delle più imponenti e complesse pareti da scalare al mondo, attirando climbers di altissimo livello. Tra le vie più celebri e impegnative figura l’Eternal Flame sulla Nameless Tower, con passaggi di grado 7b+. Le sfide di queste montagne sono molteplici, ma la prima è il viaggio per raggiungere il punto di partenza delle Torri Trango, situato a 6000 metri di altitudine, trasformando l’ascensione in una vera e propria spedizione. L’aria rarefatta, lo sforzo fisico, l’altitudine e la lunghezza richiedono diversi giorni per completare la salita, rendendo queste pareti estremamente proibitive.
Tsaranoro Massif, Madagascar. Nonostante l’altezza modesta, il Massiccio Tsaranoro è spesso paragonato allo Yosemite africano. Le sue vie, lunghe circa 400 metri ciascuna, possono essere affrontate in una singola giornata, ad eccezione della Tough Enough (8c). Quest’ultima, con i suoi scarsi appigli, è ritenuta una delle vie più impegnative al mondo.
Monte Asgard, Isole Baffin, Canada. Il monte Asgard, situato nella Cordigliera Artica nel Nunavut, Canada, presenta pareti verticali e lisce di granito con vie di arrampicata che raggiungono l’8a+. Le sfide aggiuntive includono le mutevoli condizioni meteorologiche, il freddo intenso e il difficile accesso al monte, che richiede quasi un mese di cammino attraverso i ghiacci canadesi. Il monte Asgard è diventato famoso grazie al film di James Bond “La spia che mi amava”, in cui il celebre stuntman Rick Sylvester si lanciava dalla cima della parete con un paracadute dai colori della bandiera britannica. Nel 2009, in onore di Rick Sylvester, l’alpinista inglese Leo Houlding, dopo aver raggiunto la vetta, ha effettuato anch’esso un salto base dalla montagna.
El Capitan, Yosemite, Stati Uniti d’America. Oggi ritenuta la Mecca dell’arrampicata, la regione dello Yosemite è il luogo in cui ha preso vita la cultura del big wall climbing. La montagna più celebre e ambita dai climbers di tutto il mondo è El Capitan, considerata un luogo sacro. La sua parete, alta 1.000 metri, ha ospitato alcune delle più leggendarie scalate dagli anni ’50 a oggi. Nel gennaio 2015, i climbers professionisti Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson hanno affrontato la Dawn Wall, la via più impegnativa della parete con sezioni di 9a e granito di altissima qualità, completandola in 19 giorni.