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La morte e la resurrezione del drago di Vaia

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Alessia Barra

Un drago in legno bruciato è atterrato sull’Alpe Cimbra, e sembra essere risorto dalle proprie ceneri. Ecco l’opera di Martalar

L’arte non può essere distrutta, né dal fuoco né dall’acqua. Infatti, il suo messaggio è in grado di sopravvivere a prescindere, anche quando di lei non resta più nulla di materiale. Probabilmente è questo che deve aver pensato l’artista Marco Martalar che un anno fa ha visto bruciare il Drago Vaia che aveva realizzato con gli scarti della Tempesta Vaia.

Con tutta probabilità il rogo ebbe un’origine dolosa, ma l’artista non si è fatto scoraggiare e ha deciso di dare vita a un nuovo drago sull’Alpe Cimbra, a Lavarone, un drago letteralmente risorto dalle proprie ceneri.

Un drago già arso dalle fiamme

Martalar per realizzare questo nuovo drago dalle dimensioni spettacolari ha deciso di utilizzare pezzi di legno carbonizzati, come se volesse richiamare in modo efficace quanto accaduto al suo predecessore, posizionandolo esattamente dove si trovava il suo antenato ingiustamente bruciato. 

“Possiamo dire che oggi sono terminati i lavori e Lavarone ha di nuovo il suo guardiano. Per realizzarlo ci sono voluti dieci mesi di lavoro e l’opera porta con sé la memoria di quello che è successo al suo predecessore. Al suo interno non ci sono solo le radici della tempesta Vaia ma c’è pure una parte del vecchio drago che è andato distrutto, mentre le altre parti sono state volutamente carbonizzate, per venire poi assemblate insieme al resto del legno”

La scultura è fatta da sei tonnellate di legno carbonizzato, è lunga 16 metri e alta 7; si tratta a tutti gli effetti del drago di legno più grande del mondo.

Drago di Vaia – ANSA/MIMMO SANTORO – montagneracconta.it

Martalar ha lavorato segretamente a questo progetto come una sorta di rivincita, per mandare un messaggio a chiunque abbia compiuto il brutale gesto dell’anno scorso: l’arte troverà sempre il modo di rinascere, non importa quante volte si cercherà di distruggerla. E così è stato perché Lavarone ha di nuovo il suo guardiano.

“Il nuovo drago è anche un custode di memorie e di storie, – ha concluso Martalar – oltre che un simbolo di rinascita e resilienza, che richiama noi esseri umani alla necessità di ricordarci quanto sia fondamentale restare sempre umili davanti a madre natura, senza mai tentare di sostituirci ad essa”.

Insomma, il messaggio filosofico è un valore aggiunto che dona ancora più stazza a questo enorme drago adagiato sul lato della montagna. 

Nonostante l’opera sia già visibile e stia attirando visitatori da tutta Italia, la vera inaugurazione si terrà l’1 luglio alle ore 11.00. 

Maggiore sicurezza per il Drago di Vaia

La lezione dell’anno scorso ha insegnato che è meglio tutelare le opere d’arte anche quando si trovano immerse nella natura, infatti è stato realizzato un impianto di video sorveglianza per scongiurare il rischio di emulazione.

Ecco le rassicurazione del sindaco:

“Dopo il rogo è stata presa questa decisione e la presenza delle telecamere è ben segnalata. Ovviamente questa volta tutto è già organizzato, a partire dai parcheggi, e ci aspettiamo di riuscire a gestire le presenze al meglio. Poi bisognerà anche vedere come la nuova scultura sarà accolta

Una creazione nata dall’impegno di tutti

Il drago non è opera svoltanto di chi lo ha progettato e realizzato, ovvero Martalar, ma è figlio di un impegno collettivo e di tutte quelle persone che hanno donato su GoFoundMe affinché potesse esistere un nuovo drago.

Alla sua realizzazione hanno contribuito ben 1650 persone e moltissime imprese hanno donato spontaneamente per permettere al drago di risorgere dalle proprie ceneri. Secondo il Sindaco Corradi questo è un messaggio importante di rinascita e resilienza di cui dovremmo fare tesoro per il futuro: 

“Tutti noi affrontiamo momenti di difficoltà ed avere la forza per ripartire è simbolo di rinascita e resilienza, quest’opera quindi sarà anche custode delle storie, di chi vorrа condividere la forza nell’affrontare le difficoltà, per rinascere più grandi di prima. Lavarone potrà essere di esempio per altre località e quest’opera, come il progetto che gira attorno ad essa, come opportunità economica e sociale”.

Infatti, si preannuncia un’ importante meta turistica che saprà dare una marcia in più all’economia locale in occasione delle vacanze estive. Per non parlare della visibilità mediatica che questo mastodontico drago sta già garantendo a Lavarone e all’Alpe Cimbra. Sui social già cominciano a circolare selfie con il drago e possiamo dire che questo sia solo l’inizio del successo dell’opera.

Se volete scoprire dal vivo il drago, ecco spiegato come raggiungere il Drago Vaia Regeneration.  Potrete optare per il sentiero tematico, oppure raggiungere comodamente l’area di parcheggio.

Alessia Barra

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