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Itinerari

Il Monte Ventasso tra escursioni, laghi e leggende

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Federico Liberi

In Italia esiste un luogo perfetto sia per gli amanti della natura e della montagna, sia per chi è affascinato dai luoghi misteriosi: il Monte Ventasso. Ecco tutto quello che c’è da sapere

Tra i monti dell’Appennino tosco-emiliano, ce ne sono molti che vale la pena visitare, soprattutto per via delle escursioni uniche che si possono fare, o per i loro panorami unici e la natura incontaminata che nasconde bellezze incredibili, ma ce n’è uno, in provincia di Reggio Emilia, che incuriosisce anche e soprattutto per via delle leggende ad esso legate: stiamo parlando del Monte Ventasso. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo luogo.

Bellezze naturali e misteri, tutte le bellezze del Monte Ventasso

Nell’Appennino tosco-emiliano, i rilievi più alti si trovano, solitamente, lungo il crinale che divide le due regioni. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni a questa configurazione, come il Monte Ventasso. Questo monte, con la sua forma piramidale, separa le valli dei fiumi Secchia ed Enza. Ai piedi del versante nord-occidentale del monte si trova il lago Calamone, noto anche come lago del Ventasso, le cui origini glaciali sono chiaramente visibili e ne hanno modellato la forma. Attorno al lago, antiche torbiere, ora ricoperte da pascoli e ampie faggete, contrastano con le massicce arenarie che costituiscono il monte. Ma quali sono le attrazioni principali di questa vetta?

Il Lago Calamone

Situato a circa 1.400 metri di altitudine, ai piedi del Monte Ventasso, il Lago Calamone è uno spettacolo imperdibile in qualunque stagione, ma soprattutto durante l’autunno. In questa stagione, il bosco circostante si tinge di tonalità che vanno dal giallo al rosso intenso, creando riflessi mozzafiato sulla superficie dell’acqua. Il Lago Calamone, il più grande lago naturale della provincia di Reggio Emilia, ha origine glaciale ed è alimentato da tre sorgenti. Si trova nel cuore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Oltre al trekking fino al Monte Ventasso, ci sono molte altre attività per esplorare la bellezza del lago: dai semplici picnic alle escursioni a cavallo, fino a una rinfrescante nuotata nelle sue acque. Come molti laghi montani, anche il Lago Calamone è avvolto da leggende. Una delle più diffuse racconta di vortici che collegano le sue acque agli abissi marini.

Lago Calamone | Pixabay @Bepsimage – Montagneracconta

Il percorso ad anello del Monte Ventasso

Una delle escursioni classiche nell’Appennino reggiano parte proprio dal lago Calamone e arriva fino alla vetta del monte Ventasso, a 1727 metri di altitudine. Questo percorso è abbastanza impegnativo, non adatto a chi soffre di vertigini, ma comunque sicuro. La salita inizia dalle rive del lago, passando attraverso una splendida faggeta che conduce all’Oratorio di Santa Maria Maddalena, un luogo di culto che può fungere anche da rifugio di fortuna. Da qui, il sentiero diventa più difficile, dato che attraversa le rocce a strapiombo dei Denti della Vecchia fino a raggiungere l’anticima del monte, conosciuta come Grotta delle Fate. Il panorama si apre su prati fioriti di orchidee e tulipani, il primo scorcio di mare in lontananza, il lago sottostante, e le vette del Cusna e dell’Alpe di Succiso vicine, con le catene appenniniche e alpine sullo sfondo. La vetta, a 1727 metri, offre un prato rilassante da cui si gode un panorama fantastico. L’escursione si conclude con una ripida discesa verso il lago, tra prati e boschetti, seguendo il sentiero solitamente utilizzato dai gitanti domenicali.

La Grotta delle Fate

Lungo il percorso ad anello che abbiamo visto prima, si può incrociare un altro luogo misterioso: la Grotta delle Fate, che si trova sull’anticima del monte. Il suo nome è dovuto a una leggenda che racconta di due spettri terrificanti che richiedevano tributi dai pastori per non tormentarli. Tuttavia, dopo la tragica esperienza della prima guerra mondiale, queste storie furono ridimensionate alla vicenda che ispirò la storia, ovvero quella dei due briganti che svanirono da questo luogo senza lasciare traccia.

Federico Liberi

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