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Approfondimento

Fare trekking aiuta a contrastare l’ipertensione arteriosa: ecco perché

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Andrea Zoccolan

L’ipertensione arteriosa, comunemente conosciuta come “pressione alta”, rappresenta una sfida sanitaria globale che coinvolge un numero impressionante di persone. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2023 erano circa 1,3 miliardi gli individui affetti da questa condizione nel mondo. In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità riporta che il 31% della popolazione è ipertesa. Questo dato è allarmante se si considera che dal 1990 al 2019 il numero di persone con ipertensione è raddoppiato. Questa patologia non va sottovalutata poiché è una delle principali cause di malattie cardiovascolari. Tuttavia, esiste una soluzione naturale e accessibile per abbassare la pressione sanguigna: il camminare.

L’ipertensione si definisce attraverso specifici valori. In condizioni normali, la pressione diastolica (o “minima”) non dovrebbe superare gli 80 millimetri di mercurio (mmHg) e la pressione sistolica (o “massima”) dovrebbe rimanere al di sotto dei 135 mmHg. Quando i valori superano rispettivamente i 90 e 140 mmHg, si entra nella fase di “pre-ipertensione”. Se i valori continuano a salire oltre queste soglie, si parla di “ipertensione arteriosa” vera e propria. Le conseguenze di una pressione alta sono molteplici e gravi. Un cuore che lavora sotto pressione si affatica, aumenta di dimensioni e può perdere efficienza nel pompaggio del sangue. Inoltre, l’ipertensione favorisce l’aterosclerosi, ossia la formazione di placche di grassi nelle arterie che ostacolano il flusso sanguigno verso organi vitali come il cuore, i reni e il cervello.

Trekking | unsplash @Anders Nielsen – Montagneracconta.it

L’importanza dell’attività fisica

L’attività fisica, in particolare il camminare, è un’ottima terapia antipertensiva naturale. Se l’ipertensione è moderata, l’esercizio fisico può essere il primo trattamento non farmacologico, soprattutto se combinato con una dieta a basso contenuto di sale e un controllo del peso corporeo. Nei casi in cui è necessario un intervento più consistente, l’esercizio fisico dovrebbe essere complementare al trattamento farmacologico. Un programma efficace prevede almeno 150-300 minuti di attività fisica moderata a settimana o 75-150 minuti di attività intensa. L’attività aerobica come il cammino può ridurre la pressione arteriosa sistolica di 2-4 mmHg nei soggetti normotesi e di 5-8 mmHg negli ipertesi. Ridurre il tempo dedicato ad attività sedentarie e includere almeno 2-3 sessioni settimanali di esercizi di resistenza dinamica può ulteriormente migliorare i risultati.

Gli effetti positivi di camminare

Il cammino è efficace nel contrastare l’ipertensione perchè induce cambiamenti significativi nel sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS), fondamentale per regolare i sistemi renale, cardiaco e vascolare. L’esercizio fisico promuove la dilatazione dei vasi sanguigni, riducendo così la pressione arteriosa. Camminare migliora la sensibilità dei barocettori arteriosi, recettori neurosensoriali che regolano i livelli di pressione sanguigna. Camminare aumenta i livelli di ossido nitrico e prostaglandine, entrambe potenti sostanze vasodilatatrici che abbassano la pressione sanguigna.

L’esercizio fisico poi riduce la secrezione eccessiva di insulina, contribuendo all’abbassamento della pressione sanguigna. L’adozione di uno stile di vita attivo basato sul camminare non solo aiuta a tenere sotto controllo l’ipertensione, ma migliora anche la salute generale. Camminare è un’attività accessibile, sostenibile e benefica per tutti, indipendentemente dall’età o dalla condizione fisica. Promuovere il cammino come parte integrante della routine quotidiana può avere un impatto significativo sulla prevenzione e gestione dell’ipertensione, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari e migliorando la qualità della vita. In definitiva, un passo alla volta, è possibile combattere l’ipertensione e promuovere un futuro più sano e attivo.

Andrea Zoccolan

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