Droni in montagna, le precauzioni da prendere per usarli in modo sicuro

Un episodio accaduto sulle Dolomiti Bellunesi ha riacceso i riflettori sulla sicurezza aerea nelle zone montane

La settimana scorsa, sulle Dolomiti Bellunesi nei pressi del rifugio Vandelli, si è verificato un episodio che ha riacceso il dibattito sull’uso dei droni in aree montane e sul loro impatto sulla sicurezza. Un drone, manovrato da un operatore non identificato, ha ostacolato il decollo dell’elicottero Falco1 del SUEM 118, impegnato in un’operazione di soccorso. L’elicottero avrebbe dovuto trasportare una donna di 51 anni con un sospetto trauma al piede, ma il volo è stato ritardato a causa della presenza del drone sopra l’elicottero. Questo incidente non solo ha messo a rischio la vita dell’escursionista ferita, ma ha anche sollevato seri interrogativi sulla regolamentazione e sull’uso responsabile dei droni in aree ad alta frequentazione turistica.

Il boom dei droni e i rischi per la sicurezza

L’incidente non è un caso isolato. Negli ultimi anni, il numero di droni utilizzati a scopo ludico è aumentato in modo esponenziale. Secondo i dati, nel 2023 si è registrato un incremento del 22% rispetto all’anno precedente, con oltre 60.000 droni presenti sul territorio italiano. Questo boom ha portato a una crescente preoccupazione per la sicurezza, soprattutto in aree montane come le Dolomiti, dove la presenza dei droni può interferire con le operazioni di soccorso.

Drone
Drone | Pixabay @Powie – montagneracconta.it

I droni sono spesso utilizzati per catturare immagini dall’alto, ma questo uso può diventare un ostacolo per i soccorritori, come dimostrato dall’incidente avvenuto sulle Dolomiti. Fabio Bristot, della Direzione nazionale del Soccorso Alpino, ha sottolineato come i droni, siano diventati un grosso problema per i servizi di soccorso. “L’elicottero non è un carro armato, ma un gioiello tecnologico estremamente delicato. Anche un piccolo impatto con un drone può avere effetti disastrosi”, ha dichiarato Bristot.

La denuncia di Luca Zaia e la necessità di nuove normative

L’incidente ha suscitato l’indignazione del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha condannato con forza l’irresponsabilità del pilota del drone. Zaia ha elogiato il lavoro del SUEM 118 e del Soccorso Alpino del Veneto, sottolineando come “il loro impegno sia fondamentale per garantire la sicurezza di chi frequenta le montagn”e. Tuttavia, ha anche evidenziato la necessità di una revisione delle normative esistenti per l’utilizzo dei droni a scopo ludico. “L’uso dei droni deve essere sempre ponderato e responsabile, soprattutto in zone ad alta frequentazione turistica e durante le operazioni di soccorso”, ha dichiarato il governatore veneto, invitando le autorità competenti a valutare nuove regolamentazioni per evitare il ripetersi di simili episodi.

La normativa attuale e le “no fly zone” per i droni

Attualmente, il volo dei droni è disciplinato dalla normativa nazionale Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), che recepisce il regolamento europeo n. 947/2019. Uno degli aspetti principali di questa normativa riguarda le cosiddette “no fly zone”, aree geografiche dove il volo dei droni è limitato o proibito. Queste zone sono suddivise in diversi colori (rosso, giallo, arancio, azzurro) a seconda delle restrizioni di volo applicabili. Le “no fly zone” possono essere istituite per motivi di sicurezza, protezione dell’ambiente o della privacy, e possono includere aree naturali protette, zone urbane, autostrade, ferrovie e ospedali.

Nonostante queste restrizioni, molti droni continuano a volare in aree proibite, spesso a causa della scarsa conoscenza delle normative da parte degli operatori. L’incidente sulle Dolomiti ne è un esempio lampante, dove il pilota del drone ha violato le regole fondamentali, mettendo in pericolo la vita delle persone coinvolte nelle operazioni di soccorso.

L’importanza di un utilizzo responsabile dei droni

Il crescente utilizzo dei droni per scopi ludici ha reso urgente la necessità di promuovere un uso responsabile di questi dispositivi. La normativa ENAC prevede che i droni, salvo alcune eccezioni, debbano essere fatti volare sempre a vista. Tuttavia, molti operatori ignorano questa regola, pilotando i droni fuori dalla propria visuale per ottenere immagini migliori. Questo comportamento aumenta il rischio di collisioni con altri velivoli, come gli elicotteri del soccorso.

Inoltre, chi pilota un drone dovrebbe possedere le abilitazioni necessarie, che garantiscono la conoscenza del mezzo e delle regole sul suo utilizzo. Tuttavia, la realtà è ben diversa: molti droni vengono acquistati online a basso costo e utilizzati senza alcuna formazione o conoscenza delle normative vigenti. Questo approccio irresponsabile non solo mette a rischio la sicurezza pubblica, ma compromette anche la qualità e l’efficacia dei servizi di soccorso.

Gestione cookie