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Cultura

Artic Ascent, le caratteristiche del film dedicato ad Alex Honnold

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Marco Garghentino

È in uscita su Disney+ “Artic Ascent”, il docufilm che ha come protagonista il grande scalatore Alex Honnold. Un ottimo modo per conoscere meglio uno dei climber di “free solo” più bravi al Mondo

“Artic Ascent” è il film che documenta l’epica avventura di Alex Honnold e del suo team in Groenlandia.

Parliamo di una spedizione avvenuta nell’agosto del 2022 e che ha visto il celebre scalatore statunitense e i suoi compagni affrontare una sfida senza precedenti: scalare un massiccio monolite fino ad allora inviolato.

Questa impresa ambiziosa non si limitava però solo alla conquista delle vette più alte, ma aveva anche un altro obiettivo altrettanto importante: condurre una ricerca scientifica senza precedenti nel cuore di una delle terre più remote e poco esplorate del pianeta.

“Artic Ascent”, l’impresa di Alex Honnold

Il team protagonista dell’impresa raccontata in “Artic Ascent” era composto non solo da abili scalatori, tra cui Honnold, Hazel Findlay e Mikey Schaefer, ma anche da figure chiave nel campo della scienza, come la glaciologa Heidi Sevestre.

Oltre ai già citati, la squadra comprendeva anche l’esploratore Aldo Kane e la guida groenlandese Adam Kjeldsen.

L’ascesa del monolite descritta in “Artic Ascent” ha rappresentato solo una parte di questa missione così complessa.

Parallelamente all’arrampicata, il team ha infatti lavorato instancabilmente per condurre ricerche glaciologiche innovative, fornendo preziose informazioni sulla dinamica dei ghiacci in un’area del Mondo ancora in gran parte sconosciuta agli scienziati.

“Artic Ascent” non è solo un film sull’avventura estrema, ma anche un tributo alla determinazione umana e alla collaborazione tra discipline diverse.

Attraverso immagini mozzafiato e racconti coinvolgenti, questo film cattura l’essenza di una spedizione che ha spinto i limiti dell’esplorazione e della conoscenza scientifica.

La sfida alpinistica affrontata da Honnold, Findlay e Shaefer è stata infatti di proporzioni epiche: scalare i 1.150 metri di parete verticale della maestosa Ingmikortilaq, che si innalza imponente sulle acque del Nordvestfjord, a Scoresby Sound.

Una scalata che sembrava irrealizzabile persino per Alex Honnold, l’uomo che ha conquistato El Capitan in “free solo”.

Il gruppo di scalatori ha impiegato cinque giorni per fissare corde sulla prima metà della parete.

Successivamente, Honnold e Findlay hanno continuato l’ascensione nei due giorni successivi, passando la notte in una minuscola cengia sulla parete.

“Abbiamo entrambi pensato che fosse la più grande impresa del genere che abbiamo mai completato. Più di mille metri di arrampicata su una roccia incredibilmente friabile. Sembrava non finire mai”.

Ha raccontato Honnold a National Geographic.

“La Groenlandia dell’Est è una delle zone più remote e meno studiate dell’Artico, il che la rende molto importante dal punto di vista scientifico. Abbiamo un estremo bisogno di dati scientifici relativi a questa regione. Studiare i fiordi, i ghiacciai e le piattaforme di ghiaccio presenti in questa zona porterà molti elementi fondamentali per la comunità scientifica”.

Ha aggiunto Heidi Sevestre.

Per raggiungere la zona di studio, il team si è trovato a dover scalare i 500 metri della Pool Wall (7a) in mezzo a una tempesta di neve.

Dopo aver conquistato la cima della parete, hanno affrontato un trekking di cinque giorni sul Renland Ice Cap, trainando gran parte del loro equipaggiamento e monitorando in tempo reale lo spessore e la densità della neve sotto i loro piedi.

Il team ha installato termometri, eseguito scansioni 3D del ghiaccio e ha persino lanciato una sonda progettata dalla NASA per raccogliere dati sulla temperatura e la salinità dell’acqua nei prossimi due anni, poiché entrambi questi parametri sono influenzati dalla fusione dei ghiacci.

Il ritorno è stato poi effettuato con un viaggio di 20 ore a bordo di una barca a motore, navigando tra gli iceberg nei fiordi fino al villaggio Inuit più vicino.

Il documentario “Arctic Ascent”, suddiviso in tre episodi di 45 minuti ciascuno, sarà disponibile in abbonamento su Disney+ a partire dal 27 marzo 2024, dentro il canale di National Geographic.

Chi è Alex Honnold

Alex Honnold è considerato il miglior climber di “free solo” al Mondo e uno degli arrampicatori più talentuosi di sempre.

“Artic Ascent” vuole essere un inno all’avventura, alla perseveranza e al gioco di squadra | Immagine Photo by jsquared licensed under CC BY-SA 4.0 DEED (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en) – Montagneracconta.it

Durante la sua carriera ha aperto vie ritenute impossibili, ispirando il Mondo intero e spingendo i limiti dell’arrampicata a livelli mai visti prima.

Scalatore audace, Honnold affronta le pareti a mani nude, senza l’ausilio di chiodi o attrezzature, cercando la purezza in ogni movimento sulla roccia, proprio come nell’essenzialità della vita.

Il suo stile di vita da “dirtbag-climber” è modesto e genuino: una persona umile che ha trascorso anni vivendo in un furgone per dedicarsi all’arrampicata giorno dopo giorno.

La sua straordinaria scalata in free solo sulla via Freerider di El Capitan, senza corda né protezioni, è stata immortalata in un documentario che ha vinto il premio Oscar.

Nato a Sacramento, in California, il 17 agosto 1985, Honnold ha iniziato a scalare all’età di undici anni.

Dopo aver frequentato la Mira Loma High School, ha abbandonato l’Università UC Berkeley, dove studiava ingegneria, per seguire completamente la sua passione per l’arrampicata.

Quando non è impegnato su una parete, Honnold pratica jogging ed escursionismo per mantenere la forma fisica.

Appassionato di letteratura e dichiarato ateo militante, Honnold condivide la sua vita con Sanni McCandless, anche lei appassionata di arrampicata e amante dell’outdoor, che negli scorsi mesi ha accettato la sua proposta di matrimonio.

La vita di Alex Honnold è stata sempre legata indissolubilmente all’arrampicata.

Ha raggiunto rapidamente i vertici del panorama scalatore, prediligendo sfide su grandi pareti e vie che richiedevano impegno estremo, distinguendosi per le sue capacità tecniche e la velocità, sempre alla ricerca di difficoltà sempre maggiori e nuovi limiti da superare.

Il Parco Nazionale di Yosemite è il suo santuario, per il clima mite e le pareti maestose: è qui che nel 2007 Honnold ha catturato l’attenzione salendo in free solo, in un solo giorno, due delle vie più impegnative: Astroman e Rostrum.

Nel corso degli anni, ha stabilito numerosi primati di velocità su queste pareti, come il record di salita nel 2018 di 1:58:07 sulla via The Nose di El Capitan, raggiunto insieme a Tommy Caldwell.

Ha impiegato 8 ore e 30 minuti per scalare la via Salathé Wall sempre su El Capitan, mentre solo 5 ore e 49 minuti per salire in solitaria la via The Nose.

Ma il culmine è stato raggiunto con le sole 3 ore e 56 minuti impiegate per completare l’epica impresa in free solo sulla via Freerider (7c, 1.000 m, una variante della Salathé Wall aperta dai fratelli Huber nel 1998).

Alex Honnold ha ricevuto per due volte il Piolet d’Or, il massimo riconoscimento alpinistico mondiale: nel 2015 per la prima traversata integrale del Fitz Roy, in Patagonia, insieme a Tommy Caldwell, e nel 2018 con una menzione speciale per le sue imprese del 2017.

Nel 2019 ha compiuto Arrested Development, la sua prima salita di grado 9a nel settore Robber’s Roost del Mount Charleston, a Las Vegas.

Nel corso della sua vita, ha accumulato centinaia di scalate senza protezioni, diventando un faro di riferimento per il mondo del free solo.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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